L’approccio emergenziale utilizzato dal Governo sui migranti “appare immotivato, non potendosi qualificare né l’immigrazione tramite le rotte marittime e quella dei Balcani né la delinquenza minorile quali fatti nuovi, inaspettati o imprevisti nella quantità e nella qualità”. Così la Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, in un ordine del giorno, approvato dall’assemblea riunitasi venerdì 29 settembre a Roma, con il quale i Garanti di regioni, province e comuni esprimono 20 osservazioni e richieste.
Per i Garanti territoriali, l’enfasi sui rimpatri appare di fatto immotivata, il sistema dei rimpatri è inefficace, e la richiesta di una garanzia pari a poco meno di 5.000 euro per non essere trattenuti nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) “introduce una discriminazione fattuale di tipo censuario tra i migranti”.
“Il piano di apertura di ulteriori Cpr – si legge nell’ordine del giorno – e la dilatazione del tempo massimo di trattenimento (che passa da 4 mesi e mezzo a 18 mesi) rischia di rendere la detenzione amministrativa un fenomeno di dimensioni sempre più rilevanti. Se nel 2022 sono transitati in uscita dai Cpr 6.383 persone secondo i dati del Garante nazionale dei diritti delle persone privati della libertà personale, tali numeri sono destinati a crescere drasticamente. È necessario che regioni, province, città metropolitane e comuni aggiornino la propria normativa, uniformandola a quelle che prevedono la competenza dei Garanti Territoriali in materia di Cpr”.
Citando il Garante nazionale, la Conferenza dei Garanti territoriali ricorda l’esiguo e labile quadro normativo non offre sufficienti tutele e garanzie per assicurare il pieno e assoluto rispetto della dignità della persona. Inoltre, “i Cpr sono di fatto sottratti alle garanzie costituzionali riconosciute ai detenuti dall’ordinamento penitenziario” e “non è stata ancora individuata una autorità giurisdizionale competente in materia di violazioni dei diritti fondamentali in condizioni materiali di detenzione nei Cpr, né procedure attraverso le quali far valere i propri diritti”.
“Le miserrime condizioni di vita nei Cpr – prosegue l’ordine del giorno – già di per sé lesive della dignità personale, se prolungate nel tempo si configurano come trattamenti inumani e degradanti”.
Infine, la Conferenza dei Garanti territoriali “fa proprie le osservazioni della Garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza espresse il 27 settembre nel corso della presentazione al Parlamento delle proprie attività, ed in particolare sulla necessità di rispettare il principio di presunzione di minore età, viste le difficoltà a procurarsi i documenti all’arrivo in Italia, sulla necessità di strutture ad hoc differenti da quelle degli adulti, ed infine sull’importanza di “mettere i diritti di bambini e ragazzi al centro delle politiche pubbliche, […] in maniera strutturale e con una programmazione adeguata, senza rincorrere le emergenze e senza trasformarli in terreno di contrapposizione tra diversi schieramenti” in quanto “lo scontro politico non fa bene ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.
Le modifiche al Regolamento della Conferenza
L’Ordine del giorno approvato dall’assemblea dei Garanti territoriali.
ll nuovo regolamento della Conferenza dei Garanti 2023