Sembrano aver perso forza, nella Regione Lazio, gli effetti del Decreto Svuotacarceri varato nei mesi scorsi dal ministro Anna Maria Cancellieri. Negli ultimi due mesi, infatti, i detenuti nelle 14 carcere della Regione sono diminuiti di soli 87 unità, attestandosi a quota 6.769 presenze.
Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni citando dati ufficiali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dal 4 febbraio scorso ad oggi i detenuti sono passati da 6.856 a 6.769. Rispetto al primo dicembre 2013 le presenze sono diminuite di 331 unità. Il Lazio continua, però ad essere la terza regione italiana per numero di detenuti dopo Lombardia (8.698 reclusi) e Campania (7.781). «Se da un lato è innegabile che ci sia un calo delle presenze – ha detto il Garante – dall’altro bisogna prendere atto che la diminuzione è insufficiente a riportare il sovraffollamento entro limiti accettabili e a garantire standard minimi di qualità di vita all’interno degli istituti di pena». Dai dati emergono, invece, ulteriori spunti di riflessione. Scende, infatti, la percentuale dei detenuti in attesa di giudizio definitivo: nel Lazio sono 2.683, il 39,6 per cento del totale, 2,5 in meno rispetto allo scorso febbraio. 1.044 sono, infatti, quelli in attesa di primo giudizio e 1.639 i condannati non definitivi. Sono, invece, 4.067 i reclusi che stanno scontando una pena definitiva. Nel file allegato la situazione nelle 14 carceri della Regione: «Le misure varate con i governi Monti e Letta – ha detto Marroni – si stanno purtroppo dimostrando non sufficienti ad affrontare il sovraffollamento, che, dei tanti, è senza dubbio il problema più importante delle carceri italiane. Restano, infatti, irrisolti tutti i grandi nodi del sistema. Sotto questo punto di vista, riponiamo molte speranze nel DDL sulle pene alternative approvato dal Parlamento.
La norma va, infatti, nella direzione auspicata da quanti vivono quotidianamente il carcere».Le nuove norme tendono a ridurre il numero dei reati penali, introducono forme di pena diverse dal carcere (detenzione domiciliare, lavori di pubblica utilità, affidamento al servizio sociale) e prevedono la possibilità che le misure alternative possano essere applicate direttamente dal giudice di merito. Si eliminano, inoltre, i processi agli irreperibili riducendo il numero dei procedimenti.«Misure importanti – ha concluso il Garante – molte delle quali, però, sono oggetto di delega al governo e dunque, per essere operative debbono passare dall’adozione di decreti legislativi da parte dell’esecutivo. Ora tutto è nelle mani del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Spetta a lui accelerare le procedure ed assicurare a tali problematiche la priorità che meritano, per far sì che tutte le speranze non finiscano in una ennesima delusione».