Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) diffusi dal ministero della Giustizia, alla fine di febbraio il numero di detenuti presenti negli istituti penitenziari del Lazio era pari a 6.685, con un incremento di 148 unità rispetto ai 6.537 di inizio anno. In termini percentuali il tasso di crescita nel bimestre è stato del 2,3%, significativamente superiore rispetto alla media nazionale.
In tutta Italia il numero di detenuti presenti alla data del 29 febbraio 2024 risulta pari a 60.924: sono cresciuti di 758 unità da inizio anno (+1,3%). Si è ormai da tempo superato di gran lunga il grado di drammatico affollamento del periodo pre pandemico in diversi istituti penitenziari del Paese e della Regione la situazione è sempre più critica.
Attualmente il tasso di affollamento complessivo nella regione, calcolato sulla capienza regolamentare dichiarata dal ministero è pari al 128% e del 141% se tale indicatore viene calcolato sul numero effettivo di posti disponibili. In tutta Italia i tassi risultano pari al 119% sulla capienza “ufficiale” e al 128% sul numero di posti effettivamente disponibili.
Se si escludono due case di reclusione della regione e la terza casa circondariale di Roma Rebibbia, destinata ai semiliberi e al trattamento avanzato per tossicodipendenti, tutti gli istituti di pena nella regione presentano tassi di affollamento effettivi superiori al 100% e sono ben 8 su 14 quelli in cui i detenuti presenti superano la soglia del 140% sui posti effettivamente disponibili.
In particolare bisogna sottolineare la situazione del carcere romano di Regina Coeli dove il tasso di affollamento è del 182% che si colloca al tredicesimo posto della graduatoria degli istituti penitenziari più affollati d’Italia.
I dati nazionali
La situazione regionale non è difforme da quanto avviene nel resto del Paese dove sono vi sono 142 Istituti penitenziari su 189 che presentano tassi di affollamento effettivi superiori al 100% e, conseguentemente, sono solo due le regioni – il Trentino Alto Adige e la Sardegna, in cui il numero di detenuti è inferiore ai posti effettivamente disponibili.
A livello nazionale, il numero di detenuti è ormai vicino alla soglia di 61.000. Vale la pena qui di ricordare che all’epoca della sentenza Torregiani e in particolare al 31 dicembre 2012 i detenuti complessivamente presenti in Italia erano 65.701, per un tasso di affollamento del 140%. La Corte europea dei diritti dell’uomo, con la sentenza Torreggiani, adottata l’8 gennaio 2013 con decisione presa all’unanimità – condannò l’Italia per la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani (CEDU). Il caso, riguardava trattamenti inumani o degradanti subiti dai ricorrenti, sette persone detenute per molti mesi nelle carceri di Busto Arsizio e di Piacenza, in celle triple e con meno di quattro metri quadrati a testa a disposizione.
Più di duemila nel Lazio in attesa di giudizio
Si conferma anche la tendenza all’incremento delle persone detenute in attesa di giudizio che si si sta verificando soprattutto nel Lazio nell’ultimo semestre. Infatti il loro numero, che era di 1.655 alla fine di giugno 2023, è cresciuto di 355 unità (+21%) e ha superato la soglia delle 2.000 unità, attestandosi sul valore di 2.010.
Conseguentemente anche la relativa percentuale sul totale della popolazione detenuta è cresciuta, passando dal 26,8% di fine giugno all’attuale 30,1% e tale valore risulta oggi decisamente superiore al 26% che si registra a livello nazionale.
I detenuti stranieri costituiscono il 37,9% della popolazione detenuta in regione a fronte del 31,2% che si registra in tutta Italia. Anche su questo versante si registra un significativo incremento e da giugno dello scorso anno gli stranieri detenuti negli istituti penitenziari del Lazio sono aumentati di 242 unità corrispondenti a una percentuale del 10,5%.
Infine il numero di bambini reclusi assieme alle loro madri in tutta Italia risulta pari a 22, nel febbraio 2023 erano 24. Infine, nel Lazio attualmente vi sono quattro bambini reclusi assieme alle loro madri, secondo quanto pubblicato sul sito del Ministero di Giustizia, il mese scorso erano due.