La prima commissione consiliare permanente, Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia, presieduta da Sara Battisti, si è riunita oggi per un’audizione, in modalità telematica, sulla proposta di legge regionale n. 201 del 16 dicembre 2019, “Testo unico in materia di organi di garanzia”, d’iniziativa del vicepresidente del Consiglio regionale, Devid Porrello e altri. La proposta di legge prende le mosse dalle linee di indirizzo approvate dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, per assicurare una maggiore uniformità delle legislazioni, una valorizzazione degli organi di garanzia regionali e una maggiore chiarezza delle procedure di nomina. Con tre leggi regionali approvate in momenti diversi, la Regione Lazio ha istituito nel 1980 il Difensore civico regionale, peraltro previsto dallo Statuto, nel 2002 il Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza, e, nel 2003, la figura del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. La pl 201 si pone l’obiettivo di riordinare la materia, introducendo inoltre nell’ordinamento regionale anche un organismo di garanzia per gli animali d’affezione.
Sono stati dunque ascoltati il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasia, la Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza, Monica Sansoni, e il Difensore civico, Marino Fardelli, i quali all’unisono hanno prospettato le stesse esigenze: un’esatta definizione di ruoli e competenze di ogni figura; strutture di supporto autonome e dotate adeguatamente di risorse economiche e personale, per fare fronte ai numerosi impegni; autonomia finanziaria; la rivisitazione delle indennità di carica che sono state sensibilmente ridotte, a fronte di un ampliamento delle attività.
Ad aprire il giro di audizioni, Anastasìa ha ricordato che si tratta di una proposta che fa seguito all’impegno dell’estensore Porrello nell’ambito della Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali, cui lo stesso Anastasìa ha dato il proprio contributo in quella sede. Nulla quindi da eccepire sulla parte generale, ma anzi un apprezzamento per una iniziativa legislativa volta a qualificare e potenziare gli organi di garanzia regionali. Nel merito, per Anastasìa è bene specificare quali siano gli ambiti di competenza del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, al pari di quanto riportato nella legge regionale 31/2003 in vigore: dove erano individuati, oltre alle carceri , il Centro di permanenza degli stranieri senza titolo di soggiorno e le strutture in cui si svolgono i trattamenti sanitari obbligatori. “In questo ambito – ha detto Anastasìa a tale proposito – sarebbe necessario definire i confini di intervento su alcune aree di competenza concorrente tra organi di garanzia, tanto in materia di minori che in materia di salute. Anastasìa ha parlato anche della previsione relativa ai “poteri raccomandatori” previsti nella pl 201 nei confronti delle amministrazioni pubbliche, rimarcando come non possano far luogo a obblighi di fare nei confronti di amministrazioni diverse da quella regionale. Per Anastasìa è importante la previsione della possibilità di esprimere pareri nell’iter di adozione di atti legislativi o amministrativi che tocchino le competenze dell’organismo stesso. Si rileva che non sono presenti nella proposta le figure dei coadiutori e non viene inserito un apposito capitolo di bilancio per le spese delle strutture. Manca anche la previsione della possibilità di avvalersi di consulenze tecniche qualificate e quella di avvalersi di una segreteria particolare per l’organo, il cui ufficio di supporto al momento non ha neanche un dirigente.
La Garante Monica Sansoni si è detta in linea con le osservazioni di Anastasìa. A suo avviso sarebbero meritevoli di approfondimento alcuni aspetti relativi alle competenze del Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza quali delineati dalla legge istitutiva, aspetti su cui non c’è a volte chiarezza per i cittadini. Inoltre, la delicatezza della materia riguardante i minori impone un’assoluta certezza della conoscenza del punto fino al quale può spingersi l’azione del Garante.
Il Difensore civico della Regione Lazio, Marino Fardelli ha ricordato che le funzioni delineate dalla legge istitutiva del 1980 si sono andate ampliando, anche perché la legislazione nazionale ha eliminato il difensore civico a livello comunale. Nonostante la pandemia, i numeri dicono che c’è stato un incremento delle pratiche lavorate dall’ufficio del Difensore civico: di questo dovrebbe tenere conto il legislatore regionale. L’articolo 15 delinea i principali ambiti di competenza dell’organo, come sanità e servizi pubblici, ma sul tema della sanità esiste una competenza anche dell’istituto regionale di studi giuridici Carlo Arturo Jemolo.
Nel corso dell’audizione è intervenuta anche la consigliera Francesca De Vito la quale ha annunciato un emendamento volto alla creazione di un tavolo tecnico regionale sui minori, composto da esperti e tutti i soggetti competenti nella valutazione delle scelte per i minori e delle soluzioni alternative all’allontanamento del minore della propria realtà familiare, “per far sì che ci possa essere parte terza nelle situazioni critiche, perché non sempre assistenti sociali, tribunali e famiglie lavorano nel reale interesse del minore”. Infine, è intervenuto Porrello il quale dichiarato che su molti aspetti prospettati si può lavorare e che c’è un’attenzione da parte dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale nei confronti dei organi di garanzia, e che sarà data una particolare attenzione a quanto comunicato oggi dagli auditi. La presidente Battisti ha annunciato che ci saranno altre audizioni relative alla proposta di legge 201.