Approvato in via definitiva dal Consiglio regionale del Lazio, nella seduta del 24 gennaio, il Piano sociale regionale.
Dopo i passagi in Commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare ed in Commisione Bilancio, il Consiglio ha approvato la proposta di deliberazione consiliare n. 12 del 2018, concernente “Approvazione del piano sociale regionale denominato ‘Prendersi cura, un bene comune”.
Numerosi gli emendamenti presentati, tra quelli approvati vi solo le raccomandazioni presenti nel parere del Garante, come di sotto riportate:
A pag. 23, all’interno della scheda “Il reinserimento dei detenuti”, dopo le parole “per il futuro” aggiungere le parole: “anche predisponendo progetti di mediazione linguistica e culturale a sostegno degli stranieri presenti negli istituti penitenziari, nelle Rems, nel CPR e negli altri luoghi di privazione della libertà;”.
A pag. 23, all’interno della scheda “Il reinserimento dei detenuti”, al punto 2, dopo le parole “rete sociale regionale” aggiungere le parole: “, anche predisponendo una rete di soluzioni abitative accessibili a ex detenuti liberi da non oltre ventiquattro mesi, condannati in esecuzione penale esterna, detenuti in permesso premio, familiari di detenuti residenti fuori Regione in visita ai parenti ristretti negli istituti penali e penitenziari del Lazio nonché predisponendo una rete di strutture di accoglienza accessibili a persone sottoposte a misure cautelari personali, condannati in esecuzione penale o sottoposte a misura di sicurezza che-in ragione delle loro condizioni psicofisiche-abbiano bisogno di programmi di recupero e di riabilitazione esterni al circuito penitenziario o all’internamento nelle Rems, predisponendo inoltre una rete di soluzioni abitative anche attraverso i beni confiscati alla mafia”.
A pag. 23, all’interno della scheda “Il reinserimento dei detenuti”, dopo il punto 3 aggiungere il punto 3 bis: “3 bis) promuovere progetti di giustizia riparativa che abbiano come obiettivo la ricomposizione del conflitto tra il reo, la vittima e la comunità di riferimento;”.
A pag. 23, all’interno della scheda “Il reinserimento dei detenuti”, dopo le parole “specifiche esigenze”, aggiungere un nuovo punto: “- Incentivazione della presenza di patronati e CAF dentro gli istituti penitenziari e gli altri luoghi di privazione della libertà;”.
A pag. 53, nel paragrafo “Il piano di zona”, dopo le parole “cittadini e utenti.”, aggiungere le parole: “Nella definizione dei piani di zona può essere previsto inoltre il coinvolgimento delle direzioni degli istituti penali e penitenziari, delle direzioni sanitarie delle Rems, degli uffici dell’Esecuzione Penale Esterna come soggetti di consultazione che insistono per competenza territoriale sui relativi Distretti sociosanitari nonché l’acquisizione del parere del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.”.
A pag. 98, nel paragrafo “Punto unico di accesso”, dopo le parole “PUA di prossimità”, aggiungere le parole: “, anche attraverso l’attivazione di un PUA di prossimità in ciascun istituto penitenziario.”.