Lunedì 29 luglio una delegazione di detenuti delle quattro principali sezioni della Casa circondariale di Rebibbia Nuovo complesso (G8, G9, G11 e G12) hanno incontrato nella piazza comune la direttrice dell’istituto facente funzioni, Alessia Rampazzi, la vicedirettrice Laura Fazzioli la comandante della polizia penitenziaria dell’istituto, Sarah Brunetti, e il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa. I detenuti hanno fatto presente che avrebbero dato vita a una protesta pacifica, consistente nel non rientrare dai passaggi comuni, se non avessero ottenuto un incontro con la presidente del Tribunale di sorveglianza. A fronte delle rassicurazioni del Garante e della direttrice nel senso desiderato dai detenuti, la protesta è rientrata.
Il giorno dopo, martedì 30 luglio, si è svolto un incontro tra la delegazione dei detenuti e la presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma, Marina Finiti, il Garante Anastasìa, la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone, e la vicedirettrice Fazzioli. In questa sede i detenuti hanno rappresentato le loro doglianze in merito alla mancanza di spazi, alla violazione dei parametri della Corte europea sui diritti umani, al sovraffollamento. La delegazione ha inoltre evidenziato le difficoltà a svolgere visite specialistiche esterne, a causa delle carenze di personale della polizia penitenziaria per le traduzioni, la presenza di persone anziane over 70 che non dovrebbero stare lì e all’arrivo di persone con residui di pena anche di poche settimane che vanno aggravare la situazione di sovraffollamento. I detenuti hanno inoltre chiesto informazioni sull’attuazione della sentenza della Corte costituzionale sul diritto a incontri riservati con i/le proprie partner, e si sono lamentati dei ritardi dell’area educativa nella presa in carico e nella definizione delle pratiche. E’ stato fatto loro presente che adesso la pianta organica di sedici educatori è finalmente completa e da settembre potranno essere recuperati i ritardi accumulati nel tempo, ma – ha ricordato la presidente Finiti – non bisogna dimenticare che i detenuti che dovrebbero essere 1100 sono più di 1500.
La presidente del Tribunale di sorveglianza, Finiti, ha evidenziato la carenza del personale della magistratura e ha spiegato ai detenuti che i magistrati in servizio devono dare priorità alle istanze che provengono dagli istituti e cercano di accontentare quelle di coloro che sono già raggiunti da misure alternative. In caso di ritardi, la Presidente Finiti ha invitato i detenuti a indirizzare direttamente a lei le istanze.
Finiti, Anastasia e Calderone hanno ribadito che un intervento radicale sui numeri del sovraffollamento spetta solo al Parlamento, ma ciascuno di loro continuerà il proprio impegno per verificare le condizioni di detenzione, sollecitando l’amministrazione penitenziaria a fare quanto nelle proprie possibilità. Poi a settembre ci sarà la possibilità di un nuovo incontro di verifica comune di quanto sarà stato fatto e di eventuali nuove problematiche emergenti