Dichiarazione di Stefano Anastasìa, Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio.
La montagna ha partorito il topolino. Valerio Guerrieri si è suicidato in stato di detenzione illegittima. Troppo facile prendersela con i ritardi nei controlli.
Un ragazzo di 22 anni, malato di mente, si suicida in carcere dopo dieci giorni di detenzione illegittima e la procura di Roma chiede il rinvio a giudizio di due poliziotti rei di aver tardato di sette minuti il controllo di Valerio, considerato soggetto a rischio suicidario.
Intanto, solo a Regina Coeli, ieri erano ancora sette gli internati trattenuti illegittimamente in carcere, proprio come Valerio.
So bene che nessuna azione penale risarcirà il dolore dei familiari di un ragazzo morto suicida, ma è troppo facile accantonare lo scandalo delle detenzioni illegittime dei malati di mente, che avrebbero bisogno di accoglienza e cura sul territorio, in comunità o nelle Rems. In questo modo non si farà altro che incentivare atteggiamenti difensivi del personale sanitario e di polizia penitenziaria, costretto a scaricarsi della responsabilità di un eventuale suicidio in carcere.