L’architetto e senatore a vita Renzo Piano ha inaugurato il Mama, il Modulo per l’affettività e la maternità, nel carcere femminile di Rebibbia a Roma. In una splendida giornata di sole ha dato inizio alla cerimonia inaugurale la direttrice della Casa circondariale femminile, Alessia Rampazzi. Nel corso dell’inaugurazione sono intervenuti anche la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, il preside della facoltà di architettura della Sapienza, Orazio Carpenzano. Realizzata dai tre progettisti Tommaso Marenaci, Attilio Mazzetto e Martina Passeri, borsisti del progetto di Piano del G124, in collaborazione con l’università e la facoltà di architettura, terminata nel 2019 poi congelata dal lockdown, la casetta comincerà ora la sua vita, spiega la direttrice, ospitando a rotazione le detenute con le loro famiglie, alle quali verrà offerta qualche ora di normalità, anche per pensare al ‘dopo’, per fare una prova di futuro.
“E’ stato facile realizzare questo progetto perché il Mama non poteva essere che l’archetipo di una casa”, ha detto Renzo Piano, parlando di questa casetta rossa di 28 metri quadri, piccola e semplice come fosse uscita dalla matita di un bambino, ma con dentro tutto quello che serve a ricordare la vita di fuori, la famiglia, gli affetti, la normalità dei sentimenti.
“Tra i tanti temi importanti che riguardano la nostra società – ha proseguito Renzo Piano – quello del carcere è uno dei più delicati perché è un luogo di passione, apnea, attesa, un po’ come sono gli ospedali. Mi rendo conto che all’interno dei grandi temi del carcere questa non è una gran cosa: è una scintilla. Ma le scintille contano. Se madri potranno incontrare i loro figli in questo luogo e far risalire in superficie sentimenti, sarà una buona cosa. Anche il progetto più piccolo può avere una vita felice. E io mi auguro che questa minuscola casa abbia una vita felice e che possano esservi tante di queste scintille”. Per Renzo Piano la casetta è “modesta nelle dimensioni, grandiosa nelle ambizioni”.
Il piccolo fabbricato è stato quasi interamente montato dai detenuti che lavorano nella falegnameria della Casa circondariale di Viterbo. Alcune lavorazioni di supporto sono state eseguite dalle detenute di Rebibbia. Il Mama è dunque “uno spazio per vivere i sentimenti”, spiega Renzo Piano che aggiunge: “i progetti sono come i figli, mi auguro che abbia una vita felice”.
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, la senatrice Monica Cirinnà, il capo di gabinetto del ministero della Giustizia Raffaele Piccirillo, il direttore generale detenuti e trattamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Gianfranco De Gesu, il provveditore regionale Carmelo Cantone e il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasia, la Garante di Roma capitale, Gabriella Stramaccioni.