I partner di Conscius, il progetto volto a ridurre e prevenire la recidiva per gli autori di abuso sessuale e violenza domestica, offrono gli strumenti per riproporre il modello in altri Paesi
Sono stati recentemente pubblicati due nuovi studi che affrontano l’impatto socioeconomico del progetto Conscius, nonché la trasferibilità in altri contesti. Iniziato nel 2018 nel Frusinate, Conscius vede come capofila il Dipartimento di salute mentale e patologie da dipendenza della Asl di Frosinone, in partenariato con il Garante dei detenuti del Lazio, e in partnership con il Centro nazionale studi e ricerche sul diritto della famiglia e dei minori e la Wwp (European network for the work with perpetrators of domestic violence), l’organizzazione internazionale che raggruppa 64 membri in 32 paesi, impegnati nel contrasto alla recidiva. Il progetto durerà fino a dicembre 2020, dopo un’estensione concessa dall’Unione europea che lo co-finanzia.
Conscius introduce in ambito carcerario ed extra carcerario, un modello di trattamento e supporto, finalizzato alla riduzione della recidiva, integrando attività trattamentali, percorsi di rieducazione e reinserimento sociale nonché attività d’aggiornamento per operatori.
Nelle attività di trattamento sono stati coinvolti inizialmente 42 sex offenders, di cui nove recidivi, e dodici colpevoli di maltrattamenti in famiglia, detenuti presso la casa circondariale di Cassino, mentre un servizio esterno è stato attivato presso l’Asl di Frosinone per perpetrators ex detenuti o sottoposti a misure alternative segnalati all’Asl dal Tribunale di Sorveglianza o dallo sportello antiviolenza presente presso la Procura di Frosinone. Attraverso le attività previste nel programma di trattamento specialistico, le relazioni di sostegno e la possibilità di sperimentare modalità di giustizia riparativa, gli autori di reato potranno acquisire strumenti concreti per la gestione del proprio comportamento ed un migliore controllo degli impulsi violenti.