Mi chiamo Renzo M., sono nato a Latina il 22 febbraio 1975. Ho 48 anni. La mia famiglia è composta da mio padre che ha circa 80 anni, mia madre è defunta da tempo.
Sono oltre tre anni che sono recluso. La prima metà della mia reclusione l’ho trascorsa a Latina e da maggio 2023 sono stato trasferito nella C.C. di Velletri.
Cerco di passare la mia reclusione nel migliore dei modi, provando a dimostrare il mio ravvedimento e tornare con il mio
amato padre, rimasto solo. Per fortuna è ancora autosufficiente, ma bisognoso della mia presenza. Voglio dimostrargli che la mia vita è cambiata come lui ha sempre sperato.
Ho iniziato il mio percorso da ragazzo. Mentre frequentavo la scuola già mi dedicavo al lavoro, anche perché non volevo essere di peso alla
mia famiglia. Non lavoravo per bisogno ma per poter essere autonomo e potermi comprare ciò che desideravo senza chiedere. Operavo nel
settore ortofrutticolo , fino a quando ho potuto prendere le patenti necessarie a guidare diversi mezzi.
Ho cominciato a lavorare nel settore dei trasporti locali fino ad avere la patente superiore e diventando poi autista di linea sempre nel settore dell’ortofrutta. Il mio lavoro era fiorente in quel periodo.
Mi fidanzai con una ragazza di nome Michela con la quale feci molti progetti tra i quali l’acquisto di una casa e tutto ciò che serve a costruire
una famiglia. La mia inesperienza giovanile mi portava a essere un “sempliciotto”, uscivo con amiche e amici all’insaputa della mia compagna. Lei era molto dedita alla sua famiglia, ed è con quei valori che stavamo costruendo la nostra.
Ne ero innamorato, ma feci qualche scappatella. Poi, un giorno, Michela si accorse di tutto; quello che avevamo costruito andò in pezzi e non volle più saperne nulla di me. Provai a recuperare per i tre anni successivi, ma senza alcun risultato.
Per me fu un brutto periodo, mi resi conto di aver perso ciò che più desideravo, il mio morale era a pezzi, giravo senza cognizione e incontrai sul mio percorso persone al momento considerate amiche che mi trasportarono su quella strada che mi portò a sbagliare. Non fui in grado di fare le giuste scelte in quel periodo.
*Storia pubblicata sul giornale della Casa circondariale di Velletri, “Voci di Ballatoio”, numero 2 – febbraio 2025, scaricabile da qui.