Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, è intervenuto alla conferenza stampa promossa dal Coordinamento nazionale delle comunità accoglienti (Cnca) sul tema degli affidamenti in misura alternativa alla detenzione per detenuti con dipendenza patologica, che si è svolta martedì 26 novembre nella sala stampa della Camera dei deputati.
Nel corso dell’incontro è emerso che nelle comunità terapeutiche residenziali che afferiscono alla rete Cnca ci sono 400 persone con problemi di dipendenza patologica in misura alternativa alla detenzione, ma altri 220 posti sarebbero disponibili nelle comunità della rete sparse per l’Italia: da subito potrebbero accedere alla misura, e quindi uscire dal carcere, 220 detenuti in 12 diverse regioni.
È intervenuta la presidente del Cnca, Caterina Pozzi, per sottolineare che le Comunità terapeutiche accreditate del Cnca offrono servizi riconosciuti ed approvati dalle normative regionali, e possono offrire da subito soluzioni di accoglienza alleggerendo il carico negli istituti penali. Inoltre, le realtà del Cnca, come altri, lavorano nei diversi territori da decenni in stretta collaborazione con i servizi pubblici locali per le dipendenze, i servizi sociali dei comuni e gli enti di formazione per garantire percorsi territoriali di reinserimento sociale e lavorativo alle persone con problemi di dipendenza anche provenienti dalla detenzione. Malgrado questa ampia rete di collaborazione fra pubblico e privato, sono pochissime le persone che accedono alle misure alternative con affidamento ai servizi territoriali pur previsti dalla legge, ovvero facendo ritorno alla propria abitazione o accedendo a strutture di accoglienza domiciliare, con un progetto socio sanitario curato dagli enti territoriali. Posizione ribadita anche dai rappresentanti dei servizi pubblici per le dipendenze, Federserd.
Nel corso della Conferenza stampa, oltre al Garante Anastasìa e alla presidente Pozzi, sono intervenuti: i parlamentari Debora Serracchiani, Riccardo Magi e Devis Dori; Sonia Caronni, referente area penale adulti Cnca; Riccardo de Facci, referente rapporti istituzioni sulle dipendenze Cnca; Roberta Balestra, presidente Federserd; Franco Corleone, La società della Ragione; Denise Amerini, Cgil; Leonardo Fiorentini, Forum Droghe.
Tossicodipendenti negli istituti penitenziari
Cnca ha illustrato i dati dell’annuale relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024 elaborata dal Dipartimento per le politiche antidroga e presentata il 25 giugno scorso dal Governo, evidenziando come al 31 dicembre 2023 erano presenti negli istituti di pena 17.405 detenuti tossicodipendenti, pari al 29% della popolazione carceraria totale (60.166). Partendo da questa situazione e anche considerando le misure previste per l’accesso alle pene alternative alla detenzione per le persone con problemi di dipendenza patologica, solo il 7% degli assistiti detenuti con problematiche legate all’uso di sostanze viene inserito in comunità terapeutiche come misura alternativa al carcere. Nel corso dell’anno 2023, le persone alcol/tossicodipendenti in carico agli Uepe per misure alternative sono state 6.270, di queste la maggior parte proveniva dallo stato di detenzione (47%), il 20% erano persone in misura provvisoria dalla detenzione e solo il 23% si trovavano in stato di libertà.
“Malgrado sia evidente lo stato di cronica emergenza in cui versano gli istituti di pena in Italia – sostiene Cnca -, con tasso di sovraffollamento medio del 120% l’applicazione della misura alternativa alla detenzione per persone alcol/tossicodipendenti è in calo rispetto agli scorsi anni”.
Il Cnca è una rete di 240 organizzazioni del terzo settore italiane ed è la rete più ampia e numerosa di servizi del privato sociale per persone che usano sostanze e con dipendenze da uso non controllato di sostanza e gioco d’azzardo. La rete è attiva da più di 40 anni nell’accoglienza di persone in misura alternativa alla detenzione. Della rete fanno parte oltre 150 comunità terapeutiche residenziali e semi residenziali accreditate che propongono percorsi per persone con problemi di dipendenza da sostanze o da gioco d’azzardo. Nell’ultima rilevazione le comunità terapeutiche residenziali ospitavano quasi 400 persone in misura alternativa alla detenzione (affidamento), ma quasi altrettanti posti sono ancora disponibili nelle comunità della rete sparse per l’Italia.