Le statistiche di riepilogo semestrale pubblicate giovedì 21 luglio dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) consentono di fare il punto sulla situazione e sulle dinamiche della popolazione detenuta riguardanti alcuni fenomeni significativi. Di particolare interesse i dati relativi agli ingressi in carcere e alla distribuzione delle persone ristrette per posizione giuridica, durata delle pene inflitte e residue.
Nella valutazione di questi dati la prima considerazione di base riguarda il fatto che, dopo un periodo di costante diminuzione della popolazione detenuta, durato circa un anno e mezzo e iniziato nei mesi più critici della pandemia da Covid 19, il numero di detenuti in Italia e nel Lazio è tornato crescere in maniera piuttosto costante nel corso dell’intero primo semestre del 2022.
All’aumento delle presenze in carcere corrisponde una crescita del numero di ingressi dalla libertà. Si tratta di un fenomeno che nella nostra regione non si verificava da oltre due anni. In Italia la tendenza alla crescita, invece, si è manifestata già a partire dal dicembre 2020 ed è proseguita a fasi alterne per tutto il 2021 per poi consolidarsi ulteriormente nell’anno in corso. In termini relativi il numero degli ingressi in carcere dalla libertà nel recente semestre si è incrementato del 13% nel Lazio e del 4% in Italia.
Va segnalato in particolare che il maggiore incremento in termini relativi nell’intero Paese ha riguardato soprattutto i detenuti con pene definitive. Il numero di detenuti che devono scontare pene superiori ai 5 anni è superiore del 20% rispetto alla situazione registrata nel 2018. L’incremento delle persone con pene inflitte inferiore a cinque, anche se meno intenso è comunque tale da riportare anche il loro numero ai livelli superiori a fine 2018. D’altro canto tra la fine del 2018 e il primo semestre 2022 sono diminuiti i numeri di persone in attesa di giudizio: i condannati non definivi si sono ridotti di poco meno del 30% e le persone in attesa di giudizio del 15%.
Nel Lazio le dinamiche risultano leggermente più diversificate rispetto a quelle nazionali: come nel resto del paese il numero di detenuti con pene inflitte superiori ai cinque anni è cresciuto e risulta superiore a quello del 2018. D’altro canto quello dei presenti con pene inflitte di minore durata risulta ancora inferiore rispetto al dicembre 2018, ma è comunque cresciuto in maniera piuttosto rilevante nell’ultimo semestre.
Passando a valutare le presenze dei detenuti in base alla pena residua e prestando particolare attenzione a coloro ai quali mancano meno di due anni da scontare negli istituti di pena del Lazio, va sottolineato il fatto che la significativa riduzione che si è realizzata nel giugno del 2020, in virtù di alcune misure di decongestionamento messe in atto a causa della pandemia, è durata soltanto pochi mesi. Di fatto, il numero di persone che, almeno in parte, potrebbero avere accesso a misure alternative e a programmi di reinserimento nei mesi immediatamente precedenti la fine del periodo detentivo rimane costantemente superiore a 1.500 unità e cioè a più del 25% dell’intera popolazione detenuta presente in regione.